Ai primi di novembre ho ascoltato e recensito un fenomenale EP di 5 tracce che mi ha letteralmente incollato le cuffie alla testa: sto parlando di Elettricità di Zelda Mab, progetto solista della polistrumentista Gloria Abbondi (qui la recensione) ed essendo un lavoro estremamente interessante e sulle stesse frequenze dei miei timpani di Scimmia Verde, ho colto l’occasione per scambiare due chiacchiere con un’artista a bordo di un vascello gigante che porta sulla vela maestra il suo orizzonte.

Ciao Gloria, ho avuto il piacere di essere uno tra i primi ad ascoltare il tuo meraviglioso EP “Elettricità” per il quale, prima di tutto voglio complimentarmi. Com’è esordire con un progetto, dopo comunque un bel bagaglio di anni di carriera e palchi calcati insieme a band del panorama a mio avviso più interessante della musica italiana?
Grazie per i complimenti. Esordire con un progetto nuovo è sempre emozionante, un po’ come un tuffo nell’ignoto, non sai mai cosa potrebbe accadere. La necessità di uscire con un mio progetto solista in realtà mi è sempre balenata per la testa e all’improvviso c’è stata l’occasione, poi diciamo che mi sono impegnata per farlo accadere. Ed eccomi qua. Elettrizzata e allo stesso tempo molto consapevole.
Una cosa che ho sempre invidiato a molti musicisti è la capacità di suonare e gestire tanti e diversi strumenti. Qual è la principale difficoltà nel produrre tutto da sola, senza aiuti di altri strumentisti? Credi che sia più un limite per te o un’opportunità che ti spinge a scoprire di più?
Quando intraprendi un progetto in solitario devi avere un grande rigore e determinazione. Devi essere sicuro del perché lo vuoi e del perché lo fai. Devi avere degli obiettivi, una meta e la forza di perseguirla senza mai fermarti, perché non c’è nessuno a dirti che sei sulla strada giusta e che sì, quello che stai facendo funziona e può funzionare. Ci vuole fegato per rimanere saldi e portare “la nave in porto” anche quando tutto sembra remarti contro. Ammetto che a volte mi sono sentita un po’ come Tom Hanks in Cast Away, se capisci cosa intendo, ma si dice che da necessità nasca virtù, ed è più o meno quello che è successo. Ci sono voluti anni per arrivare all’equilibrio perfetto che mi ha permesso di esprimere a pieno quello che voglio fare senza nessun tipo di compromesso e ora che mi
sono costruita la mia nave non ho intenzione di mollare il timone. Mi piace cercare i suoni, tradurli con i vari strumenti e sentire a volte che sono loro a trovare me. Spostare i propri limiti alla scoperta di quello che possono essere le proprie potenzialità è un’emozione che non ha pari.
Rimaniamo sempre su questa nuova veste: Zelda Mab. Vorrei sapere da te intanto da dove arriva il nome e poi se, ora che hai sperimentato questa nuova dimensione, hai intenzione di portare avanti solo il progetto solista o credi ti tornare in formazione con altre band?
Quand’ero ragazzina è capitato spesso che mi chiamassero Zelda per il mio modo di vestire simile al protagonista del videogioco… era il periodo di Myspace e da lì ho iniziato ad usare lo pseudonimo Zelda Mab. Mab è un personaggio che viene nominato nel monologo Shakesperiano di Mercuzio, tutto inizia con le parole “Ho fatto un sogno” ed è la Regina Mab a tirarne le fila.
Ho intrapreso il percorso da solista per inseguire il sogno di calcare palchi portando in giro dei lavori che sentissi pienamente miei, non è stato facile ma sono ancora qui e intendo andare fino in fondo. Porto addosso un passato importante che non dimenticherò mai, ma tornare in dietro non è un’opzione che intendo vagliare.
Ora che ci hai deliziati con queste 5 tracce che durano (troppo) poco, cosa ci dici di live o progetti futuri in studio? Stai lavorando anche a un full lenght o per ora ti basta questa piccola perla di cinque canzoni?
Questo inverno sarò chiusa in studio per tirare fuori finalmente un super full lenght e nel frattempo capisco dove mi porta questo Ep. Per ora i Live sono da valutare ma non escluderei la possibilità di qualche piccolo intervento qua e là.
Le interviste qui su Suono Ibrido si concludono tutte ficcando un po’ il naso dentro alle mura domestiche degli artisti e quindi voglio chiedere anche a te quali sono i 5 dischi che prendi più spesso dalla tua collezione.
Negli ultimi anni ho calato un po’ l’ascolto di tutto per concentrarmi più sul mio progetto e quando sono fuori dallo studio e posso concedermi un po’ di relax ammetto che preferisco ascoltare musica a 528 Hz o 432 Hz. Ho questa
necessità di ripulirmi da tutte le vibrazioni opprimenti da cui siamo incessantemente bombardati, in particolar modo negli ultimi anni. Ma se vuoi sapere chi cerco quando voglio andare a colpo sicuro sono: Queens of the Stone Age; Billie Eilish, Arctic Monkeys, Salmo, Ratatat. Poi ce ne sarebbero tantissimi altri, ma questi sono quelli del periodo “pre-calodiascolti”.
Un pensiero riguardo “INTERVISTA | Zelda Mab: navigare in solitaria verso (e con) la propria completezza”