Panoramica
È il marzo del 1974, siamo a Forest Hills nel Queens, New York (USA). In quel momento in città ci sono quattro ragazzi, poco più che ventenni che si chiamano Jeffrey Ross Hyman, John Cummings, Douglas Glenn Colvin e Tamás Erdélyi e decidono di mettere in piedi una band. Probabilmente questi nomi non vi dicono niente, ma se li traduciamo rispettivamente in Joey Ramone, Johnny Ramone, Dee Dee Ramone e Tommy Ramone sono abbastanza certo che riconosciate la formazione originale dei Ramones, band pioniera del punk rock newyorkese e mondiale. Infatti che si voglia o no, i Ramones pubblicano il primo disco omonimo, nel 1976, un anno prima rispetto ai britannici Sex Pistols e Clash che esordiscono nel ’77.
I quattro fratelli di banda Ramones, decidono di diventare una vera e propria famiglia adottando tutti un soprannome e lo stesso cognome, con la forza di un look unificato a chiodo in pelle, scarpe da ginnastica, t-shirt, jeans strappati e una lunga e folta chioma.
I Ramones arrivano tutti da altre esperienze di band, ma il livello tecnico è ugualmente molto basso e basico e infatti, come molte band punk e come il genere stesso in qualche modo “impone”, non iniziano nemmeno facendo cover di altri gruppi, ma compongono pezzi originali, semplici, veloci e diretti.

Il CBGB e i primi concerti
Dopo una prima prova piuttosto fallimentare si fiondano sul palco del CBGB & OMFUG (Country Blue Grass Blues and Other Music For Uplifting Gourmandizers – altra musica per aspiranti ghiottoni), locale situato al 315 di Bowery Street di New York, che diventerà punto focale di tutta la scena musicale e rock (in particolare) newyorkese (negli anni ’80 diventerà la dimora della scena hc nelle ore pomeridiane della domenica). Durante quel 16 agosto 1974 suonarono assieme agli allora Angel and the Snake, che poi prenderanno il nome di Blondie.
Per tutto il 1974 i Ramones si esibirono al CBGB anche più volte alla settimana, passando da concerti semi desertici con una decina di persone fino a fare sold out e a ospitare personaggi importanti sia tra il pubblico sia sul palco, tra cui Andy Warhol, Lou Reed,
I concerti dei Ramones nel locale erano caratterizzati da una notevole brevità e si riducevano spesso a ripetere più volte la scaletta, una volta terminati i pezzi da suonare.
Nel 1975 iniziano a conquistare altri palchi, recensioni buone e vengono ben accolti dalla critica: i Ramones hanno un nome riconosciuto.
Nel 1976 registrano l’album omonimo Ramones a fronte di una spesa di 6.000 sterline e più di cinquemila copie vendute durante la prima settimana dall’uscita. È proprio in questo disco che compaiono alcuni dei loro grandi pezzi iconici come “Blitzkrieg Bop“, “Beat on the Brat”, “Judy is a Punk”, “I Wanna Be Your Boyfriend“, “Now I Wanna Sniff Some Glue” (da cui prenderà spunto per il nome la celeberrima fanzine punk inglese Sniffin’ Glue). Nonostante l’ottima partenza, come ogni punk band che si rispetti, la fama li precede e molti promoter non se la sentono di organizzare concerti con la band che più volte ha esibito, oltre alle canzoni, anche litigi tra i componenti, sul palco.
Durante lo stesso anno, i Ramones, si sono portati in tour i The Stranglers come spalla (vicenda che colloca la band britannica nel panorama punk rock più di quanto essi stessi volessero sentirsi).
“Rocket to Russia”, successo e scioglimento
Nonostante la poca fiducia dei promoter locali, i Fast Four si guadagnano un’ottima posizione nella scena locale (in Inghilterra erano già arrivati, molto meglio che negli USA, in termini di vendite di dischi). Iniziano così a comportarsi più da professionisti e a vivere perennemente sul furgone per l’intensificarsi continuo di tour che li portano ovunque.
È nel 1977 che arriva l’album considerato migliore tecnicamente e che corona completamente il loro successo e che chiude quella si considera la trilogia dei Ramones (Ramones, Leave Home, Rocket to Russia). Nel disco infatti sono presenti pezzi come “Cretin Hop“, “Rockaway Beach”, “Sheena Is a Punkrocker” e la loro interpretazione di “Surfin’ Bird” (The Trashmen).
L’uscita di scena, in grande stile, preannunciata da un paio di anni, arriva con l’album “¡Adios Amigos!“, titolo che conferma tutti i dubbi dei fan sparsi in giro per il mondo.
Nonostante riempissero gli stadi in praticamente tutto il tour del ’93 che li portò in giro per Messico, Brasile e Argentina, i Ramones ormai all’apice del successo e con diversi cambi di formazione alle spalle, sentivano incombere l’ombra della loro fine. Infatti in quel periodo cominciano a farsi strada nomi come Nirvana, Soundgarden e tutta una nuova scena musicale che farà le veci del Punk: il grunge. In tutto questo i Fast Four percepivano un forte crollo delle vendite dei loro album, che li spinse in questa direzione.
A quota 2.263 concerti suonati, i Ramones si esibiscono per l’ultima volta il 6 agosto del 1996 al Palace di Los Angels, ospitando con loro alcuni amici e ospiti come Lemmy Kilmister (Motörhead), Lars Frederiksen e Tim Armstrong dei Rancid, Eddie Vedder, Chris Cornell e Dee Dee Ramone, che non suonava con la band da luglio dell’89, alla fine del tour di Brain Drain.