2022, Garrincha GoGo, World music

  1. Agadir
  2. Ghibli
  3. Elephant
  4. Ganimede
  5. Lipari
  6. Ayat
  7. Ghanaba
  8. Ifri
  9. Madagascar
  10. Boubacar

Un groove grande come il mondo

Si chiamano Savana Funk, sono di Bologna e sono in tre. Un trio che prende lo spazio audiovisivo e sensoriale di uno sciame di note.

Alla base? Il groove!
I Savana Funk sono usciti in digitale lo scorso 14 ottobre, mentre usciranno in cassetta e vinile nero, a novembre.

Venerdì 14 ottobre escono in digitale con “Ghibli”, il loro ultimo album. Il 15 ottobre li incontro al Fine di Mondo Festival a Verona, dove si esibiscono dando tutto quello che si può dare, facendo ballare e gasare tutto il pubblico.

Nemmeno il tempo di dare un primo ascolto al disco, di capire di che c***o stiamo parlando e me li becco live il giorno dopo, per capire esattamente di che c***o stiamo parlando!

Stiamo parlando dei tre riccioluti Aldo Betto, Blake Franchetto e Youssef Ait Bouzza, dallo stile inconfondibile sia sul palco sia in ascolto, che fanno prendere forma a un suono avvolgente e spazioso per farci respirare davvero tutto il mondo, in tre strumenti!

È un album dal suono caldo e ventoso; di un vento calmo e piacevole, portatore di colori e profumi mediterranei. Impossibile rimanere fermi e indifferenti alle sonorità che escono dalle casse perché si spalancano mondi sconfinati ed estremamente piacevoli del nostro IO, portando a galla tutto il bello e il buono che si nasconde in ogni persona. Sorrisoni, dondolamenti di testa e ritmo di gamba sono garantiti, poi nessuno ti vieta di scatenarti: sono il tuo corpo e Ghibli a decidere come ti muoverai.

Traccia da segnalare? Ganimede. Per motivi puramente di cuore: è il pezzo che mi è rimasto più negli occhi e nel cervello dal concerto e perché ha un groove davvero molto molto figo, interessante e ossessionante (nella migliore delle accezioni, chiaramente).

La world music regala spesso questa sensazione abbatticonfini che adoro completamente, nel suo richiamare corde, sfumature e angolini sconosciuti nell’ascolto quotidiano. Qui si va a fondo, nelle radici dell’umano, della storia più ancestrale che esista e non esistono limiti né barriere: solo la forza inarrestabile della Signora Musica.
Queste dieci tracce sono necessariamente da ascoltare l’una dietro l’altra e, te lo garantisco, non ti accorgerai nemmeno del cambio tra un pezzo e l’altro, da tanto sono chirurgicamente coerenti tra loro, nonostante siano varie e personalissime. Prese singolarmente sono riconoscibilissime, ma nel contesto assumono una forma unica, un ecosistema gigante chiamato Ghibli.

Un flusso continuo di mutamenti, come stagioni, di stati d’animo, come a raccontare quell’altalena su cui dondoliamo ogni giorno, variando di ora in ora. Insomma, quando dai il play a Ghibli, ti trasformi in sabbia, per finire in una polverosa nube fatta di essenze primordiali di istinti reconditi che vengono catapultati lungo il percorso del vento caldo e secco chiamato Ghibli, che soffia forte dagli strumenti del trio Savana Funk.

La Scimmia Verde

Un pensiero riguardo “RECENSIONE | Ghibli – Savana Funk

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