2022, Garrincha GoGo, World music

- Agadir
- Ghibli
- Elephant
- Ganimede
- Lipari
- Ayat
- Ghanaba
- Ifri
- Madagascar
- Boubacar
Un groove grande come il mondo
Si chiamano Savana Funk, sono di Bologna e sono in tre. Un trio che prende lo spazio audiovisivo e sensoriale di uno sciame di note.
Alla base? Il groove!
I Savana Funk sono usciti in digitale lo scorso 14 ottobre, mentre usciranno in cassetta e vinile nero, a novembre.
Venerdì 14 ottobre escono in digitale con “Ghibli”, il loro ultimo album. Il 15 ottobre li incontro al Fine di Mondo Festival a Verona, dove si esibiscono dando tutto quello che si può dare, facendo ballare e gasare tutto il pubblico.
Nemmeno il tempo di dare un primo ascolto al disco, di capire di che c***o stiamo parlando e me li becco live il giorno dopo, per capire esattamente di che c***o stiamo parlando!
Stiamo parlando dei tre riccioluti Aldo Betto, Blake Franchetto e Youssef Ait Bouzza, dallo stile inconfondibile sia sul palco sia in ascolto, che fanno prendere forma a un suono avvolgente e spazioso per farci respirare davvero tutto il mondo, in tre strumenti!
È un album dal suono caldo e ventoso; di un vento calmo e piacevole, portatore di colori e profumi mediterranei. Impossibile rimanere fermi e indifferenti alle sonorità che escono dalle casse perché si spalancano mondi sconfinati ed estremamente piacevoli del nostro IO, portando a galla tutto il bello e il buono che si nasconde in ogni persona. Sorrisoni, dondolamenti di testa e ritmo di gamba sono garantiti, poi nessuno ti vieta di scatenarti: sono il tuo corpo e Ghibli a decidere come ti muoverai.
Traccia da segnalare? Ganimede. Per motivi puramente di cuore: è il pezzo che mi è rimasto più negli occhi e nel cervello dal concerto e perché ha un groove davvero molto molto figo, interessante e ossessionante (nella migliore delle accezioni, chiaramente).
La world music regala spesso questa sensazione abbatticonfini che adoro completamente, nel suo richiamare corde, sfumature e angolini sconosciuti nell’ascolto quotidiano. Qui si va a fondo, nelle radici dell’umano, della storia più ancestrale che esista e non esistono limiti né barriere: solo la forza inarrestabile della Signora Musica.
Queste dieci tracce sono necessariamente da ascoltare l’una dietro l’altra e, te lo garantisco, non ti accorgerai nemmeno del cambio tra un pezzo e l’altro, da tanto sono chirurgicamente coerenti tra loro, nonostante siano varie e personalissime. Prese singolarmente sono riconoscibilissime, ma nel contesto assumono una forma unica, un ecosistema gigante chiamato Ghibli.
Un flusso continuo di mutamenti, come stagioni, di stati d’animo, come a raccontare quell’altalena su cui dondoliamo ogni giorno, variando di ora in ora. Insomma, quando dai il play a Ghibli, ti trasformi in sabbia, per finire in una polverosa nube fatta di essenze primordiali di istinti reconditi che vengono catapultati lungo il percorso del vento caldo e secco chiamato Ghibli, che soffia forte dagli strumenti del trio Savana Funk.
La Scimmia Verde
Un pensiero riguardo “RECENSIONE | Ghibli – Savana Funk”