
Si è conclusa ieri, domenica 16 ottobre 2022, la tre giorni di musica immersa nel verde alle porte della città di Verona.
Sono stati tanti i musicisti e i generi musicali che hanno riempito il weekend di molti giovani veronesi e non, che si sono recati nella location che ha ospitato il Fine di Mondo Festival.
La moltitudine di proposte musicali e di attività che hanno accompagnato le tre giornate hanno fatto sì che il pubblico sia stato molto eterogeneo: dalle famiglie ai giovani, non escludendo un pubblico più adulto.
Gli artisti e i dj che si sono esibiti hanno regalato emozioni e divertimento a un pubblico che ha sfidato anche i primi freddi in arrivo, a testimoniare che la musica è un ingrediente estremamente importante nella quotidianità, anche e soprattutto per le generazioni più giovani che non si sono tirate certo indietro. Cambiano i generi, le sonorità e il look (anche se il richiamo agli ’80 è molto presente) ma i desideri e le passioni sono gli stessi.
La maggiore attrattiva in questo senso sono sicuramente stati tutti gli artisti appartenenti alla scena rap/hip hop e i vari dj set che hanno surfato dall’afrobeat alla deep house, passando tra scratching e live performance.
Ad arricchire tutto il contesto anche l’area market, con una varia proposta tra artigianato, mercatino del vinile e cd da collezione, abbigliamento, oltre ai laboratori di yoga, lo spettacolo di danza “Solitario”, il campo da volley e anche gli intramontabili giochi da tavola (oltre a un calcetto balilla strategicamente piazzato a ridosso dell’ottagono delle birre, per compiacere gli amanti della vita paesana).
Opinione comune tra il pubblico quella della felicità di incontrare, a una sua prima edizione, nella location di via Cà di Cozzi, una realtà così immersa in una moltitudine musicale e davvero ricca di attività. Il festival ha infatti portato sia artisti locali sia band di altre città, come i coinvolgenti Savana Funk, da Bologna, col loro groove potentissimo, o le linee dialettali di Herman Medrano e Kalibro o gli abruzzesi The Tangram. Impossibile da citare tutta la line-up del festival, ma vi garantisco che sono stati tutti impeccabili.
Apprezzatissimi e approvatissimi, nella mia prima esperienza live sotto al loro palco, anche i Cybele (Mantova), in grado di unire sonorità elettroniche, scratch, a sax e groovedellamadonna in, come definiscono loro stessi il progetto, un quartetto esplosivo di batteria, basso, fiati e giradischi.
L’espolisività è certificata.
Quello che ci rimane da fare ora è solo attendere una nuova Fine di Mondo che si abbatta su questa città, riportando il clima di festa, luci e suoni potenti, per rinvigorire giornate e serate di chi, come la Scimmia Verde sottoscritta, ama respirare gli odori di questo sottobosco che vibra potente.
Un pensiero riguardo “La “Fine di Mondo” si è abbattuta su Verona: il meteorite musicale ha conquistato gli appassionati.”