Gregorio Sanchez "Nelle parole degli altri" nuovo EP 18 novembre
Gregorio Sanchez – ph. Stefano Bazzano

Dopo un apprezzatissimo esordio con l’album “Dall’altra parte del mondo”, il 18
novembre GREGORIO SANCHEZ torna sulle scene pubblicando “Nelle parole
degli altri”, primo capitolo di due EP in uscita per Garrincha Dischi.
Anticipato dall’omonimo singolo, il nuovo EP è un concept che ha origine da una
frase: Prima di nascere, esistevamo nelle parole dei nostri genitori. «L’ho letta da
qualche parte a Bologna. Inizialmente ho pensato fosse la solita retorica sul
muro, poi ha iniziato ad acquisire sempre più significato. Il pensiero che le parole
potessero piegare il tempo ha iniziato a spiralizzare e inquietarmi, fino a diventare
prima un testo, poi un album».
In questo lavoro discografico, raffinati arpeggi di chitarra si adagiano su ipnotici
tappeti di synth, generando atmosfere lisergiche che aprono le porte ad una
sorta di viaggio cosmico. Una macchina del tempo che, muovendosi tra ricordi
del passato e proiezioni del futuro, permette di comunicare con chi non c’è più e,
al contempo, dare un’esistenza a qualcuno che ancora non esiste. Ne risulta
un’opera da leggersi su più livelli: oltrepassata una superficie apparentemente
scanzonata, tra melodie giocose e groove irrefrenabili, si scende sempre più in
profondità, fino a connettere l’ascoltatore con il mondo interiore del songwriter,
pronto a mostrarsi fragile e sincero oltre che ironico e sarcastico. Sospeso in un
altrove onirico, Sanchez sussurra i suoi versi da qualche substrato dell’anima,
cantando della sua vita ma finendo inevitabilmente per raccontarne anche un
pezzo della nostra.
A livello musicale, complice del sound che mischia leggerezza e profondità è la
produzione di Golden Years, che ha collaborato interamente all’EP, oltre ad aver
affiancato il cantautore nell’album precedente. «Sapevo che la produzione di
Pietro mi avrebbe scosso, perché il suo modo di lavorare semplice ed efficace
riesce ad alleggerire dei brani spesso complessi e macchinosi come i miei».
Anche la copertina – opera dell’illustratore Fat Gomez – condensa
sapientemente l’ambivalenza formale e contenutistica presente nel disco,
restituendo un’immagine visionaria legata alla fantascienza vintage. «Il lavoro di
Fat Gomez riflette al meglio l’ambivalenza fra la complessità dei temi e la
spensieratezza delle melodie… d’altronde cosa c’è di più ambivalente della
fantascienza vintage?».

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