Panoramica

È l’11 settembre 1974, siamo a Guildford nel Surrey (Regno Unito). Inizialmente sono Hugh Cornwell (voce e chitarra), Jet Black “Brian Duffy” (batteria), Jean Jacques Burnel (basso e voce) e Hans Warmling (voce e tastiere) i componenti dei The Guildford Stranglers.

Dave Greenfield subentrerà nella band nemmeno dopo un anno dalla prima formazione.

Gli Stranglers sono sempre stati molto provocatori e, nonostante il sound sia appartenente al mondo della new wave, in molti li collocano nell’ecosistema del punk rock, tuttavia né loro né le altre band dei circuiti punk li hanno mai riconosciuti con quell’etichetta, anche a causa di alcune hit come “No More Heroes” o “Peaches” che li collocarono nelle top ten delle classifiche (guai a finirci, se fai/sei punk!).

In realtà l’approccio e lo stile di vita degli Stranglers si è dimostrato diverse volte più punk di molte altre band appartenenti al calderone sovversivo.

Ad esempio nel 1978 parteciparono al programma televisivo Rock Goes To College, dove a metà esibizione abbandonarono il palco a suon di insulti contro il pubblico. Anche i testi dei brani li hanno spesso portati sotto ai riflettori, scontrandosi anche con movimenti femministi, perché talvolta i testi parlavano di violenza contro le donne, sesso e razzismo.

Un altro aspetto che ha influenzato la loro “carriera punk rock” è stato il tour del 1976 in cui hanno fatto da spalla ai Ramones.

Un gruppo che sicuramente ha fatto parlare di sé ma che grazie all’ironia presente nelle canzoni è riuscito a far passare in secondo piano tutto ciò che ha mosso critiche contro gli stessi.

Essendo musicalmente molto validi e provenendo (a differenza di molti gruppi punk puri) da altre band e con formazioni differenti e influenze che si spostavano dal blues alla psichedelia degli anni ’60, cominciarono a collezionare successi e l’apprezzamento da parte della critica, aprendo così le porte che portano alla gloria.

Cover de “La Folie”, The Stranglers, 1981

La Folie, rinascita del 1981

Al quinto album registrato, The Gospel According to the Meninblack, concept sul tema religioso e strane connessioni con rapporti e visite extraterrestri, pubblicato nel 1980, gli Stranglers iniziano a subire un calo del successo, infatti l’album arriverà all’ottavo posto in classica (il più basso di sempre per loro). “La Folie” non è da meno, infatti l’anno successivo, nel 1981, il nuovo concept focalizzato sull’amore non riscontrò un grande successo, anzi, registrò il posizionamento più basso di sempre per la band.

La EMI, etichetta con cui avevano un contratto, si dimostrò parecchio contrariata e scontenta del risultato della band, e diede loro un ultimatum: “O risolvete la questione in fretta, o vi cercate un’altra etichetta!”.

In effetti il primo singolo pubblicato fu “Let Me Introduce You to the Family” e arrivò al 41° posto in classifica, un vero flop (anche se in classifica c’era!).

Il secondo singolo pubblicato da La Folie fu nientepopodimeno che Golden Brown, singolo che non solo diede una nuova credibilità alla band, ma che si piazzò immediatamente al secondo posto in classifica, rimanendoci per parecchio tempo e registrando anche il record di vendite per l’etichetta, per un bel pezzo!

Il terzo singolo estratto fu la title track “La Folie” che si posizionò ugualmente male, addirittura peggio del primo singolo, piazzandosi al 47° posto in classifica.

A ogni modo, questo album diede esattamente agli Stranglers il successo che cercavano, infatti lo realizzarono insieme al produttore Tony Visconti, nell’ottica di produrre ogni brano come se fosse una hit. Non andò proprio così, forse, ma il resto è storia e “La Folie” è senza dubbio l’album più famoso della band o, se non altro, contiene il loro brano più famoso.

Parte del successo di “Golden Brown”, a posteriori, è sicuramente dovuta alla scelta del regista Richard Lowenstein di inserire la canzone nella colonna sonora del suo film “E morì con un felafel in mano”. Pubblicato nel 2001, il film australiano ispirato al romanzo di John Birmingham e pubblicato in Italia da Fandango libri (garanzia! Ndr.), riportò al successo il singolo che già a suo tempo godette di ottimi risultati.

Il film vede una magistrale interpretazione di Noah Taylor nei panni di Danny, protagonista delle vicende ambientate nelle varie case di Brisbane e dintorni australiani con una sfilza di improbabili inquilini. Se non lo hai visto, prenditi serata libera e piazzati davanti a questo film inimitabile!

1990: Hugh Cornwell è uscito dal gruppo

Proprio così, a causa di un sentito calo creativo della band da parte del cantante, chitarrista e membro fondatore della band, Il Cornwell parte per altri lidi, mettendosi in solitaria a sfornare una cosa come più di quindici album e qualche libro.

Gli Stranglers inseriscono come sostituto John Ellis dei Vibrators, band con la quale avevano già avuto a che fare in passato e musicista che aveva già partecipato ai lavori degli Stranglers proprio in sostituzione del buon Cornwell mentre se ne stava in carcere durante i primi anni ottanta (Huge Cornwell lo racconta in uno dei suoi libri).

Dopo qualche altro cambio di formazione e pubblicazioni tra successi più o meno altalenanti e dopo circa nove anni dal penultimo album in studio “Giants” del 2012, nel 2021 gli Stranglers hanno pubblicato l’album “Dark Matters”.

Un pensiero riguardo “MONOGRAFIA | The Stranglers – Punk rocker orfani di genere

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