2022, Andromeda Relix, Hard rock/heavy

Classificazione: 3.5 su 5.
Circus Nebula The Second Coming
  1. Jerusalem’s lot
  2. Burn witch burn
  3. Coulrophobia
  4. Sleepin’ gods lie
  5. Age of reckoning
  6. Burnin’ tree

Elegante oscurità audace e anacronistica

Che tu ci creda o no, nel 2022 c’è qualcuno che se ne sbatte totalmente dei crismi e delle grandi leggi scolpite nella pietra del music business e lancia sul mercato un album con una traccia di apertura di “soli” 23 minuti con tanto di suddivisione in 7 atti, parti, capitoli – chiamali come vuoi, tanto li troverai solo in questo album -, doppio pedale e assoli di chitarra. Proprio come una volta!

Loro sono i Circus Nebula e il disco in questione è “The Second Coming”. Proprio così, il titolo con una spolveratina di epicità “Jerusalem’s lot” apre il disco in maniera tanto legata all’heavy più classico quanto audace per un inizio simile: nell’era de “Il ritornello deve entrare dopo 15 secondi” servono due… ampli grossi quanto una casa per rilanciarsi sul mercato in questo modo.

Ascolti insoliti per La Scimmia, che si muove su altri fronti e in altri habitat, ma non può certo sottrarsi a questo lavoro: con un inizio così c’è della curiosità.

Organi e tastiere che strizzano l’occhiolino al prog e a una psichedelia legata agli anni in cui la band affonda le radici (fine anni ’80), chitarre distorte e linee vocali fanno sì che questo disco, seppure classico nello stile, nell’impronta e negli arrangiamenti, trasporti l’ascoltatore nel convincimento, traccia dopo traccia, che sì “The Second Coming” è cosa buona e giusta.

“Coulrophobia” prende per mano gli amanti dei classiconi, dei suoni gutturali al microfono, dei riff stretti e claustrofobici, accompagnati dalla precisione da cecchino dei colpi di doppio pedale.

Hai presente quel momento in cui gli angoli delle labbra tirano verso il basso perché vuoi fare il durissimo, chiudi medio e anulare estendendo vistosamente – anche se sei in cameretta da solo – indice e mignolo nel simbolo del rock per eccellenza: le corna? Proprio quando il collo non riesce a mantenere ferma la testa che si alterna tra scariche ritmiche che sembrano “il minimo” di un Landini Testa Calda, distese colorate di accordi aperti e synth che si perdono in tappeti sonori tra il Flower (of Evil) Power e l’insindacabile giudizio dell’avverso fato. Ti sfido a resistere e ascoltare “Age of Reckoning” immobile, serio, composto.

Il disco conclude con un’altra, sobria traccia da quasi 8 minuti, “Burnin’ tree”. Una semi-ballad, pesante, cadenzata, raffinata ed elegante nel suo stile, che mantiene, nonostante le orchestrazioni, i piedi ben saldi nella rabbia che identifica gli emiliani Circus Nebula.

È piaciuto a me, che bazzico ambienti lontani dall’heavy più classico; non vedo perché non dovrebbe gasare fuori di misura te, che ami le melodie squillanti di voce intrecciata a tastiere, distorsioni a manetta e sessioni ritmiche da corazzata.

La Scimmia Verde

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