Dopo l’EP d’esordio dello scorso aprile dal titolo ConfiniMuro è il nuovo singolo di Gaube, in uscita sulle piattaforme digitali il 30 novembre per Bonimba/Santeria/Audioglobe, che anticipa il prossimo album del giovane cantautore e musicista.

Artista decisamente engagé, nato e cresciuto in terra di Briganti, la Maremma, prima di trasferirsi nella “rossa” Bologna, Gaube è un outsider della nuova musica italiana, tanto disinteressato alle logiche dei click e delle views quanto convinto sostenitore di un approccio militante all’espressione artistica e di una musica politica che guarda con ammirazione a De Andrè e agli Area, ai Genesis e ai Pink Floyd, ma anche ai contemporanei Verdena e Iosonouncane.

Muro è un pezzo speculare al precedente singolo Confini, perché affronta di nuovo il tema delle migrazioni, evocando quelle meno raccontate che riguardano le frontiere balcaniche, dove centinaia di giovanissimi esseri umani tentano disperatamente di entrare in Europa, quella terra promessa che in realtà dimostra di essere  un “Castello di false libertà”. Il brano parte con la voce ruvida e ombrosa di Gaube, fra mood darkwave dei primissimi ’80 e un cantato che si richiama al cantautorato politico degli anni’70, per poi deflagrare in un’esplosione di ritmi e sonorità che rimbalzano costantemente fra progressive rock e psichedelia, due coordinate che il nostro dimostra di conoscere bene, sia dal punto di vista artistico che tecnico. “Non ci sono ritornelli o strofe che si ripetono, il pezzo è in costante evoluzione e la struttura è completamente libera”.

Gaube ha uno stile di scrittura al tempo stesso poetico e asciutto, minimale e immaginifico: “Cani dietro le spalle / Quando le gambe vanno verso il muro oppure Tra capanne di lamiera /Tra neve e ghiaccio fuochi ricoperti / Da corpi corpi trasparenti / Corpi di fantasmi di esseri morenti”Frasi brevi ma dense che, insieme a un suono dominato da chitarre taglienti, sintetizzatori e organi elettrici, producono immediatamente atmosfere e immagini quasi cinematografiche.

“L’arte deve tornare a farsi politica e per farlo deve necessariamente legarsi alle grandi questioni del presente” è il concetto che guida la produzione artistica di questo “attivista” musicale, alfiere del nuovo prog-rock dal sapore psichedelico.

Per questo motivo, Gaube arriva al momento giusto.

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