Ciao Meganoidi, inutile nasconderlo, i lettori lo sanno che ero al vostro live e così ho deciso di andare oltre alle chiacchiere di persona e di metterne un po’ anche “su carta”. Partiamo proprio da lì e dal vostro relativamente nuovo approccio al palco: il live set acustico.
Come state vivendo questo cambiamento, arrivando dai primi duemila, in cui il rock era condottiero e i live in elettrico tendenzialmente più facili da fare? Periodo in cui, tra l’altro, avete portato avanti la vostra escalation di successi.

Noi abbiamo sempre concepito la composizione partendo da idee molto dirette, quindi
riassumerle in acustico è stato un processo piuttosto naturale. Abbiamo un tour basato
all’85% di esibizioni in elettrico e abbiamo deciso di fare uno show alternativo, proprio
per andare incontro anche alle esigenze post covid, perché alla fine… la cosa che rende
felici noi più di qualunque altra cosa nella nostra carriera, è proprio il contatto con il
pubblico e chiunque ci abbia seguito in questi quasi 25 anni, lo sa benissimo.

A proposito di acustico: avete mai ragionato sul realizzare un disco in questo senso?

Per il momento non ci era mai passato per la testa, però bisogna ammettere, che alcuni brani, riescono ad essere così ben rappresentati in acustico che forse, realizzare qualche brano unplugged, potrebbe essere interessante. Già in Delirio Experience, esiste un brano intitolato “Rimaniamo Sempre Qui” che è di fatto, un piccolo episodio interamente acustico che narra questa nostra predisposizione.

Si discute spesso sull’essere sempre originali e innovatori o sul rimanere ancorati alle proprie radici e genere di appartenenza: se fai ska, lo ska quello è, non puoi scapparci troppo. Voi come vi sentite in questo? Vi sentite più legati a un’etichetta di genere o vi sentite liberi di mutare come cambiano tempi e percezioni della vita?

Beh, possiamo dire tranquillamente che la nostra discografia risponde alla tua domanda
molto meglio di come potremmo fare a parole.
È chiaro che per noi la matrice “Meganoidi” è sempre presente, ma è un miscuglio perfetto di influenze, desideri ed esigenze comunicative. Noi facciamo il genere “Meganoidi”, delle etichette non ce ne è mai importato granché, perché se l’autoproduzione e l’autodeterminazione artistica non la sfrutti come fertile terreno per sbizzarrirti, forse stai sbagliando qualcosa.

ph. Suono Ibrido

Com’è, da quel metro in più, regalato dal palco, vedere il pubblico di affezionati che da zaini in spalla e birrette, oggi vi segue con i figli al seguito? Ve lo chiedo perché è stato inevitabile venire catturati dalla presenza di alcuni bimbi a fianco dei genitori che cantavano “Meganoidi contro Daitarn tre, noi gridiamo… Vendetta!”

Crediamo sia la sensazione più bella che ci possa essere, perché la musica è aggregazione, quindi vedere coppie, famiglie, gruppi di amici partecipare ad un concerto è qualcosa di straordinario. Si spende troppo tempo a parlare degli artisti e poco per ringraziare
tutti coloro che ascoltano musica e si recano ai concerti per dimostrare interesse per la
cultura e l’arte, quindi un sincero grazie da tutti noi ai veri protagonisti dell’arte e della
cultura: chi la segue.

Secondo voi, qual è il vostro album meglio riuscito? So che è come chiedere a un pargolo se preferisce mamma o papà, e non sono domande che si fanno, ma sicuramente avrete delle preferenze, immagino.

È difficile dirne uno, ma sicuramente, quello che rappresenta meglio i Meganoidi in termini di scrittura, arrangiamenti e spirito, è Mescla.
Non perché sia l’ultimo disco, ma semplicemente perché c’è tutto quello che noi
abbiamo cercato in tanti anni.

È consuetudine, per me, chiudere le interviste ficcando un po’ il naso nei mobili delle case degli artisti e vi chiedo: che dischi ci sono nel vostro immancabile mobile a cubi e che ascoltate più spesso rispetto ad altri?

Come tutti i musicisti siamo onnivori di musica, ma sicuramente se dovessimo dirti alcuni dischi che abbiamo e amiamo non mancherebbero questi 5 dischi:

  • Beck – Colors
  • David Bowie – Let’s Dance
  • Peter Gabriel – US
  • Porcupine Tree – The Incident
  • Miles Davis – Amandla

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