2022, Andromeda Relix, Metal

  1. Fake as Shit
  2. Burn Your Soul
  3. Look Me And Fuck Me
  4. Burning Memories
  5. Absolute Power
  6. Rage ’22
  7. Sweet Death

500 cavalli al servizio del metallo!

Riesci a visualizzare la Route 66? (A idealizzarla, dai, probabilmente né io né tu ci siamo mai stati!)
Riesci a vedere quella ciurma di barbe e panze da birra a bordo di uno stormo di Harley che taglia esattamente a metà il deserto sabbioso tra cactus e tumbleweed che rotolano lungo la strada?
Ecco, niente di tutto ciò! Siamo nel vicentino, nel profondo est veneto, dove comunque non manca lo spirito rock ‘n roll, la voglia di bere, suonare e radunare motociclisti bisognosi di pura rabbia forgiata a colpi di martello e incudine che “Thor levati, qua c’è del rock!”

Si chiamano 500 HP (Five Hundred Horse Power), vengono da Vicenza e suonano hard rock, heavy e metal da sballo!

E sai perché possono permettersi di portare in sella alle loro custom tutte queste sfumature di genere? Perché sti ragazzotti ne hanno di esperienza alle spalle. Nonostante la giovane età del progetto, ufficializzato all’attuale formazione nel 2019, hanno un background di ascolti metal che bastano per asfaltare tutti noi. Non ci credi? Pensa solo che come primo live nel 2019 si lanciano sul palco di un contest, in quel del cremonese, organizzato dai biker “Hunters of Shadow” e, pensa un po’, lo stravincono. Se questi cinque personaggi arrivano così arroganti e potenti su disco e se al primo live vincono un contest, io li lascerei tranquillamente passare e non mi metterei a ostacolarli!

Quando il cd inizia a girare vengo catapultato in un’officina/clubhouse dove solo pochi possono accedere, dove carene scintillanti e odore di polvere e benzina riempiono l’aria del capannone decorato a calendari di… dai che lo sai.

Fatevi in là ragazzetti, questo disco è per chi ha abbandonato il primo pelo da un pezzo, per gente che ha l’headbangin automatico e che, con molta probabilità, se non ha una birra nella mano sinistra, sta premendo la frizione della sua dueruote.

Inutile nascondere che le canzoni sia a livello sonoro, sia nelle linee vocali sia nel sound degli strumenti non lancia nulla di innovativo nel panorama musicale, ma dove sta scritto che sia sempre neccessario innovare? Personaggi datati come il sottoscritto e oltre, hanno bisogno di certezze che oggi si sono perse, come dei sani riff quadrati, pesanti e massicci. Abbiamo bisogno di queste voci piene, ruvide come l’asfalto infuocato delle aride pianure vicentine, di quei tanto e troppo spesso snobbati quattro quarti che ci offrono il giusto ritmo di dondolamento collo-barba.

Ora, la Scimmia qui presente ama il metallo, ma conosce meglio altre sfumature, di più recente forgiatura; sono pur sempre figlio degli anni ’90 e di un metallo che cominciava a farsela con l’hip hop dando vita al Crossover, quindi potrei faticare un minimo ad avvicinare i 500 HP ad altre band, ma credo di poter dire con la dovuta sicurezza che se ami Motorhead, Judas Priest, Marylin Manson e simili, i tosi qua, possono incontrare il tuo gusto.

Questo EP è un tuffo in quel passato di cui spesso decantiamo la nostalgia: ora che esiste, godiamocelo e tiriamoci su il morale, facciamoci possedere dalla grinta di un sound tanto nostrano quanto oltreoceanico e poi oh, se sei un amante delle due ruote con più motore che carene, tieni alte le orecchie perché Diego, Giordano, Enrico, Eppe e Damiano, coi motoraduni ci vanno a nozze.

La Scimmia Verde

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