2022, Visionaire records, Alternative Rock

  1. Supernova
  2. Caligo
  3. Dreams Me Again
  4. Greetings from Mars
  5. Aura
  6. The Fugitive
  7. Cameo
  8. Morte Nera
  9. Celeste
  10. Heaven

Di spazi liminali

Una sospensione temporanea dal tempo e dallo spazio ordinari. Questo accade con l’arte, con un bel film e, in generale, con tutte quelle esperienze che in un certo modo ci incantano. Questo è anche quello che accade quando ascolti “Greetings From Mars”: riesce a farti “sentire”, come con un’intuizione illuminante, l’atmosfera spaziale. Si tratta di un album di June 1974, un progetto musicale solista creato da Federico Romano alla fine del 2010, il quale ha già all’attivo numerosi singoli e album. L’album vanta delle importanti collaborazioni già a partire dalla prima traccia, “Supernova”, dove alla chitarra troviamo Tommy Talamanca, chitarrista dei Sadist. All’interno di “Greetings from Mars” ritroviamo dieci brani e delle commistioni ben riuscite tra vari stili: dark ambient, alternative rock, metal, pop e una bella convivenza di elettronica e strumentale.

Caligo” è la seconda traccia. Un brano molto oscuro, cupo e quasi ansiogeno, con chiare influenze metal. Stiamo camminando sporcandoci la visiera di pulviscolo spaziale, la vista è poco chiara e il tutto è spaventosamente eccitante!

In ”Dream Me Again” la batteria picchia forte e troviamo la partecipazione di Trond Engun, chitarrista di The 3rd And The Mortal. Verso la fine, il pezzo intesse un intreccio da montagne russe tra chitarra, batteria, synth e tastiera, salutandoci con quest’ultima .

Greetings from Mars” dà il nome all’album. Qui giocano un ruolo interessante, più che in altri pezzi, i cambiamenti di volume, che intervengono a creare rotture e digressioni. Questo brano attraverso il suono sembra alludere al silenzio assoluto e profondo, che diventa spazio infinito, un paradosso possibile quando si fa presa sull’emozione, mettendo per un attimo a tacere la mente. Tra gli ascolti che mi vengono in mente legati a questo pezzo, c’è sicuramente Buckethead e le vibrazioni della sua “Electric Tears“.

Tra gli altri pezzi uno che mi ha particolarmente colpito è “The Fugitive”, sesta traccia, in cui mi sembra di ritrovare, inaspettato, un influsso della musica di Franco Battiato, un mood dolce alla “Stranizza d’amuri” riportato però in chiave più pesantemente rock. Per un attimo sorrido, per il fatto che la mia mente fa un collegamento totalmente arbitrario tra il titolo, il maestro e la sua “fuga” da questa dimensione verso spazi siderali.

Per quanto riguarda le collaborazioni con altri musicisti, andando avanti troviamo ancora una volta una Tommy Talamanca, chitarrista in “Morte Nera” e Espen Ingierd, (chitarrista e voce di Beyond Dawn) chitarrista in “Cameo”.

Tutto quello che succede ad occhi chiusi, quando metti le cuffie (purtroppo) rimane dentro quello spazio liminale. Però che fortuna che spazi simili esistano!

Buon ascolto!

Lilah

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