
Un connubio tra cantato in italiano e sound internazionale che, uniti a un’incredibile consapevolezza produttiva, capace di spaziare dall’elettronica al sampling, fanno di questo brano uno scrigno di galassie musicali lontane, ma sempre proiettate verso il futuro. Il talento di questo giovanissimo artista, infatti, risiede nella capacità di plasmare mondi sonori diversi, rompendo le barriere tra i generi per esplorare sonorità non convenzionali e dal sapore esterofilo: un viaggio a capofitto nella sperimentazione più pura, che non mancherà di stupirci nelle prossime tappe.
«La canzone – racconta Laurino – parla dell’incomunicabilità in una relazione satura e consumata da un momento caotico come quello dei vent’anni. Le sonorità sono assolutamente in linea con questa malinconia scricchiolante: si tratta infatti di un brano di pasta anni ’70 che, però, cela al suo interno mondi musicali diversi. È un tentativo di voler tornare indietro quando non è più possibile, un vecchio ricordo che trema al pensiero di essere sbiadito nel tempo da altri ricordi».