2023, Virgin Music Las Italia, Punk-rock

Classificazione: 4.5 su 5.
  1. Le Mani In Alto
  2. Dai Dai Dai (Die Die Die) feat. Giancane
  3. Non C’è Più Tempo
  4. Battaglia Persa
  5. Tempi Distorti
  6. Déjà-Vu
  7. I Signori Della Guerra
  8. Disagio feat. Raphael
  9. Giorno Perfetto
  10. Uomo Medioevo
  11. Il Prossimo Show (Electric Version)

Scosse spettinate e controcorrente dal 1989

Uscito da circa un mese, ho atteso di avere Electric Déjà-vu in vinile prima di recensire questa meraviglia multicolor firmata Punkreas. E sai perché? Perché il disco pieno di solchi lo fa ascoltare meglio, con maggiore attenzione, quella che un album così merita.

Tornano all’attacco i nostri inarrestabili punkrocker di Parabiago con un album che rimane tanto fedele alla linea della band quanto attuale per temi, sonorità, composizioni e collaborazioni.

Cippa, Paletta, Noise, Endriu e Gagno non dimenticano le radici del genere di cui portano alto il nome in Italia, ma allo stesso tempo non smettono mai di innovare le sonorità di quello che suonano in giro, sui palchi, da più di trent’anni.

Mi aveva già convinto, a partire dagli strilli della chitarra che apre il brano, il singolo “Le mani in alto” che ha anticipato l’uscita del disco, ma una volta scartata la sleeve del vinile e averlo ascoltato già quella decina di volte, sono sempre più convinto: Electric Déjà-vu è un disco della madonna!

Il quattordicesimo album in studio della band è l’ennesima conferma di quanto sia autentico questo genere e chi lo porta in giro. Nel disco partecipano Giancane in “Dai, dai, dai (die, die, die)” e Raphael in “Disagio”, che va a toccare le buone vecchie sonorità ska/reggae che da sempre accompagnano i Punkreas. Sul podio dei brani che più mi convincono, si prendono a spallate almeno quattro canzoni: “Le mani in alto”, “Dai, dai, dai (Die, die, die)”, che strizza l’occhiolino ai rider che ogni giorno e notte scorrazzano in sella alle loro biciclette attrezzate con cubi sulle spalle, arcobaleni di colori per soddisfare ogni piccolo languorino di milioni di clienti pretenziosi; “Tempi distorti” che va a fare le carezze a quella coltre di nostalgia che tutti ci portiamo addosso, ripercorrendo la storia della band, dal garage ai negozi di dischi che non ci sono più (e, credimi, quando ascolti questa frase dal vinile appena acquistato all’ultimo negozio di dischi che resiste nella tua città, godi, tanto); infine sul mio podio personale ci vuole stare la già citata “Disagio”.

Il disco chiude con “Il Prossimo Show – Electric Version” dando una bella spinta irish e saltellante in attesa di goderci questo album dal vivo.

Tutti gli altri brani non sono di certo meno importanti – ma mica li posso preferire tutti! Electric Déjà-vu è un disco che convince dalla prima all’ultima nota, senza ombra di dubbio. È un album che prende per mano i vecchi amanti (come il sottoscritto) degli album fino al 2000 e i nuovi fruitori del genere.

La Scimmia Verde

Un pensiero riguardo “RECENSIONE | Electric Déjà-vu – Punkreas

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