
Narcisismo, egomania, aggressività, menzogna, sono strategie di sopraffazione all’interno di un conflitto. Amplificano l’immagine di sé rispetto alla realtà, rendendoci sovradimensionati, sovraesposti, fortificati. Nei fatti si è solo «spostati altrove», nell’illusoria idea di un ordine verticale delle cose accanto a chi digrigna i denti rabbiosamente mantenendosi superficialmente pacifico.
All’interno ogni cosa ribolle, pronta a innescare una conflittualità necessaria per ristabilire l’equità rivendicata dalla geometria orizzontale, a giorni dispari.
Sono passati 5 anni dall’ultima pubblicazione, poche settimane da “Apparenza”, il singolo del risveglio della band da questo periodo in cui, volenti o nolenti, tutto si è fermato.
«Il nostro modo di stare al mondo ci ha portato ad approfittare della congiuntura nefasta, per dirottare l’energia in nuove produzioni musicali. In buona sostanza non siamo stati con le mani in mano, nonostante tutt’attorno stessero crollando le strutture che avrebbero potuto sorreggere una nostra nuova avventura. Nulla di atipico per tutti quelli che come noi hanno una viscerale passione per l’espressione creativa e gestiscono il progetto in completa indipendenza, semplicemente ci siamo messi a ribollire sotto la superficie. Ora ci troviamo in mano un bel tesoro costituito da nuovi pezzi, ciascuno pensato come un singolo, ciascuno dotato di una propria identità» Moostroo.
I Moostroo sono Dulco Mazzoleni (voce e chitarra classica distorta), Francesco Pontiggia (basso a due corde) e Igor Malvestiti (batteria essenziale ed elettronica). Il suono che ne viene fuori è a tratti grezzo e poderoso senza diventare muscolare e grottesco e a tratti aereo e onirico, spesso denso di passionalità.