Il cantautore Rocco ha esordito da pochissimo col suo primo album solista e io, curioso come sono, ho pensato bene di fargli qualche domanda perché non ho resistito. D’altronde, un copricapo così originale attira l’attenzione!

Ciao Rocco, sei appena uscito col tuo album d’esordio: com’è stato produrre il tuo “primo” lavoro in un periodo in cui la musica (dal vivo) si è ritrovata con le catene alle caviglie?
Puoi incatenare il corpo, non lo spirito.
È stato un periodo di maggiore raccoglimento. Forzato, ma fruttuoso.
E l’arte ha assolto una delle sue funzioni primarie: la cura. Per me è stata una bella terapia lavorare a nuovi brani. Ma, credo, anche per chi oggi li ascolta.
Ti ho ascoltato la prima volta con “Sentite Condoglianze” e ho trovato subito interessante la tua autoironia. Quanta dell’ironia che c’è nei tuoi brani riesci a trasportare nella tua vita quotidiana?
Io sono così. Sono talmente ironico che spesso tracimo nell’irriverenza. L’ironia per me è un mezzo di sopravvivenza. L’autoironia ancora di più. Mi permette di affrontare tutto con maggiore leggerezza, di assumere prospettive nuove e questo al mio cervello divergente piace molto. Diciamo che è la sua zona di comfort.
“Vita, morte e tentacoli” è il titolo del tuo lavoro. Raccontacelo un po’.
“Vita morte e tentacoli” è un condensato di rocchismo. C’è la gioia per la vita (Viva la vita). L’ironia verso la morte (Sentite condoglianze).
C’è ironia, gioia, malinconia, riflessione, leggerezza, dolore. Il tutto espresso attraverso le canzoni che sono i miei “tentacoli” con cui cerco di catturare benevolmente l’ascoltatore.
I tuoi artisti di riferimento?
Fabrizio De André, Rino Gaetano, Giorgio Gaber. Ne cito tre perché dicono sia il numero perfetto (Scottecs direbbe sette), ma fare nomi è riduttivo.
5 dischi essenziali della tua vita.
Volume 3 – Fabrizio De André
Mio fratello è figlio unico – Rino Gaetano
Dalla (legacy edition) – Lucio Dalla
The 2nd law – Muse
Vita morte e tentacoli – (indovina?)