The Offspring + Buzzcocks AMA Music Festival 2024
AMA Music Festival 2024 – Day 1 – Ph. Andrea Tessarolo

Mercoledì 21 agosto 2024, ore 19:30 circa, Romano D’Ezzelino (VI), un paesino abitato da poco più di 12.000 anime, ai piedi del Monte Grappa…

Le orde di punkofili sono in coda nelle viuzze del centro che, a passo d’uomo, ci guidano verso i parcheggi belli saturi del festival (ma il punk era mica morto?).

Purtroppo al mio arrivo i californiani Militarie Gun, recente formazione di Los Angeles nata nel 2020, hanno già suonato e sul palco sta surriscaldando le masse il pop punk revival dei gallesi Neck Deep.

L’AMA Music Festival è un festival ricco, ben organizzato e vario, sia come proposte musicali sia come tipologia di attività e proposte durante le serate. Il festival infatti accoglie il suo pubblico (di tutte le età) con trampolieri, gonfiabili, market, spettacoli di giocoleria col fuoco e chi più ne ha più ne metta.

Buzzcocks live AMA Music Festival
Buzzcocks live @ AMA Music Festival 2024 – Ph. Andrea Tessarolo

I Buzzcocks, puntuali sul palco, partono energici con il tipico approccio del punk ’77: 3 accordi, dritti, ripetuti come un mantra, linee vocali fedeli ai loro anni e il look che esprime esattamente l’attitudine di chi ha vissuto la genesi di quello che era uno stile di vita più che un genere musicale. Una pseudo sobrietà che nasconde gli animi di personaggi che, ai tempi d’oro, hanno fatto crollare ogni barriera e ogni tabù con i testi delle loro canzoni, irriverenti e provocatorie, come solo il punk sa fare.


Il quartetto di Manchester è in splendida forma e fa volare l’ora di live che nemmeno ti accorgi del tempo passato. Un pezzo dopo l’altro, zero pause, tutto d’un fiato, come una grappetta buttata giù “alla russa”, va giù facile e morbido il concerto dei Buzzcocks, diffondendo quell’amabile calore di cui hanno bisogno tutti i chakra un po’ strappati e sdruciti, dei nostri cuori punk.

AMA 2024 - The Offspring live
The Offspring live @ AMA Music Festival 2024 – Ph. Andrea Tessarolo

Ore 22:30, altrettanto puntuale l’intro epica dei The Offspring, che sparano a raffica, uno dietro l’altro, pezzi come Come Out and Play, All I Want, Want You Bad e Staring at the Sun regalando subito al pubblico una scarica di badilate in faccia dagli album più iconici della band di Garden Grove attiva dal 1984.

Il pubblico è quasi tutto over 30, ovviamente, e lo si evince, al di là dei fisici guadagnati in anni di concerti e birrette, dai cori a squarciagola di tutti questi vecchi successi evergreen, facendo arrivare alla band capitanata da un formidabile Dexter Holland, tutto il calore e l’amore che qui abbiamo per le loro canzoni. Una scaletta furba, che per il 95% dei brani propone tutto ciò che sono gli Offspring pre 2000, per un bel remember da brividoni. Ora prato e pit sono saturi, ora siamo nel clima perfetto.

I The Offspring, nonostante vadano anch’essi belli spediti da un brano all’altro, interagiscono molto di più col pubblico tra gag, battute e qualche accenno di cover (tra cui Sweet Child O’ Mine, Blitzkrieg Bop, ecc.) come se fossero a una festicciola in sala prove tra amici. Un live giocoso e scherzoso, quasi alla NOFX, in cui la band se la gode tutta con battute e sketch tra loro e il pubblico. Concerto spettacolare anche a livello scenografico con lead wall e animazioni grafiche, cannonate di coriandoli, stelle filanti e palloni gonfiabili: una grande festa all’insegna del punk di fine anni ’90.
E poi arrivano Original Prankster, Bad Habit e la meravigliosa The Kids Aren’t Alright, che alza ogni pelo del corpo dal 1998. Un concerto che snocciola – per fortuna – album come “Americana”, “Smash”, “Ixnay On The Hombre” e “Conspiracy Of One” perché sì, è inutile nasconderlo, una delle più grandi paure di questi concerti è ritrovarsi ad ascoltare pezzi nuovi e tendenzialmente sconosciuti ai nostri neuroni, che invece sono radicati in quegli anni e non vogliamo sentirci in qualche modo traditi.

Gli Offspring migliorano di concerto in concerto – e non che ne abbiano bisogno – regalando show impeccabili e con la stessa grinta di vent’anni fa.

Se il punk è morto noi siamo tutti zombie e l’AMA Music Festival, almeno per una sera, è stato la nostra casa.

La Scimmia Verde

Un pensiero riguardo “AMA Music Festival: il godimento massimo e intergenerazionale del punk, dai Buzzcocks ai The Offspring

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