2024, Rat Cage records, Stoner

- Dirty Lady
Suoni polverosi dedicati a una Lady Selvaggia
In un afoso pomeriggio di agosto non c’è di meglio da fare che aggrapparsi alla musica per cercare di sopravvivere alla vita che cerca di schiacciarti come una mosca tra le mani della morsa del sole, a noi, amanti di ombre e tenebre. È proprio in questo pomeriggio che i miei sensi di recensore musicofilo si attivano e mi spingono a condividere la calura estiva con voi e con il sound polveroso dei Black Vessel For The Saint, una recente formazione veronese che nuota nel sudaticcio mondo del rock, facendo un equilibrato slalom tra le boe dello stoner e del punk, una bracciata dopo l’altra.
Non sono musicisti di primo pelo, assolutamente, hanno in faccia tutta l’esperienza di chi i concerti li ha vissuti aggrappati alle transenne e poi, quei concerti, ha deciso di viverli dal punto di vista del palco, guardando in faccia, di volta in volta, il proprio destino. Nonostante la formazione sia giovane, i nostri cinque provengono tutti da altre esperienze musicali che li hanno portati oggi a partorire il loro sound maturo, roccioso e imponente, che fa capire bene alle orecchie dell’ascoltatore ignaro che la Dirty Lady di cui cantano nel loro singolo d’esordio, l’hanno conosciuta davvero (e forse più d’una!).
Dirty Lady non è un brano che sconvolge le regole, anzi! È una canzone-garanzia, di quelle che se ami il genere e le sonorità non puoi non apprezzarla e condividere immediatamente un senso di fratellanza coi pirati del vascello nero. Un brano “classico” nel suo genere che però non scade nella banalità e mai dozzinale, dimostrando tutta l’esperienza sulle spalle dei cinque rocker veronesi. Infatti il brano è ben costruito mescolando egregiamente frequenze sonore, tempi e ritmi talvolta contorti ai classici 4/4 dritti come un corriere che deve viaggiare spedito dritto alla meta rispettando i tempi di consegna.
Ottimo esordio, ora voglio sentirne l’impatto dal vivo e scoprire i prossimi singoli in arrivo.
La Scimmia Verde

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