Dario Brunori è uscito con un nuovo disco, “Cip!”, sicuramente lo saprai e tra i vari showcase con questo “format” originale è passato anche dalla mia città.
Il luogo adibito alla presentazione scelto è l’auditorium del Conservatorio di Verona, che fa parte dei tanti scelti dal Brunori per questo tour molto intimo.

Ammetto che non è partita benissimo, in quanto alcuni di noi, fuori in coda, in attesa dell’apertura, abbiamo cominciato a chiederci se servissero vari braccialetti che vedevamo in giro o dischi etc
Scopro gironzolando che si può entrare per acquistare il disco che dà l’accesso alla performance e già questo mi suona strano, in anni di showcase vari, mai mi è capitato di dover acquistare il disco per poter entrare; solitamente è una regola utilizzata per il firmacopie.
E qui ti scopro il secondo inghippo: un disco vale un ingresso. Vale a dire “morosa stai fuori”.
Al che con lo stomaco un po’ riverso e con un attimo di nostalgici pensieri agli anni ’90 dove era la meritocrazia della tenacia a far conoscere gli artisti e non un “paga = puoi”, acquisto il secondo disco per non lasciare la mia povera fanciulla in quello che poi Brunori definisce “l’acquario” ed entriamo.
Ci vuole davvero poco perché il nostro cantautore dalla spiccata simpatia (se lo hai visto in concerto sai bene di che parlo) ci faccia dimenticare il fastidio e ci faccia venire dolori alle guance e alla panza dalle risate per le sue battute e interventi vari.
Brunori ci sa davvero fare, riesce ad equilibrare perfettamente poetica ed ironia, il peso delle parole che si disperde nella leggerezza della quotidianità. Un altro artista che ho trovato simile a lui in questi termini è stato Stefano Bollani. Mai avrei pensato di ridere ad un concerto jazz, eppure…
Idem il nostro buon Dario che non si fa mai mancare la risposta pronta ad ogni domanda che gli viene posta dal pubblico.
C’è del cabarettismo cantautorale ,e mi piace parecchio. Scende dal piedistallo del poeta sofferto per raccontarsi tra aneddoti della sua Calabria, nipoti e cugini (di cui uno in sala).
Non è la solita presentazione parliamo-del-nuovo-disco, ma un vero e proprio incontro verbale, una chiacchierata intima perchè, l’autore mette il suo intimo nelle canzoni, e il pubblico le sceglie come colonna sonora della propria vita.
Mi piace Brunori, per quanto mi riguarda si è affermato, pesante come una montagna col suo penultimo A casa tutto bene, e con Cip! si riconferma sull’Olimpo dei grandi e nuovi cantautori.
Si offre anche con tre canzoni, cantate voce e chitarra, come in salotto, tra amici; cantate e suonate magistralmente.

Alla fine usciamo tutti felici e soddisfatti, quindi il gioco ne è valsa la candela e l’acquisto di due dischi sotto lo stesso tetto
Fuori è freddo e il cd sta già girando in macchina e penso che mettere su un disco di Brunori è come accendere il fuoco del camino e sedercisi davanti a contemplarlo.
Non ti impegna e ti regala benessere, pur sentendo che qualcosa scava dentro di te.