Dopo due anteprime nei Paesi Bassi, parte ufficialmente l’11 giugno 2025 da Macerata il tour europeo di Matteo Paggi dedicato alla presentazione di “GIRAFFE”, il nuovo album pubblicato il 7 maggio 2025 da Jam/UnJam con distribuzione Universal Music Italy.

Il tour attraverserà l’Italia e l’Europa, con date già confermate nei Paesi Bassi, Spagna e in diverse città italiane. Tra le tappe italiane spiccano Pisa Jazz, Fano Jazz, Jazz on the Road a Brescia e il festival Terre Graffiate a Bassano del Grappa.

I PROSSIMI concerti:

  • 11 giugno – Macerata | Macerata Jazz Summer (Orto dei Pensatori, ore 22:15)
  • 23 giugno – Rotterdam (Olanda) | Batavierhuis [nuova data]
  • 29 giugno – Alkmaar (Olanda) | SBS Jazz
  • 02 luglio – Bilbao (Spagna) | Gexto Jazz Festival
  • 08 luglio – Pisa | Pisa Jazz
  • 13 luglio – Bassano del Grappa (VI) | Terre Graffiate (ore 18:00) [nuova data]
  • 16 luglio – Brescia | Jazz on the Road (ore 20:00)
  • 29 luglio – Fano (PU) | Fano Jazz (ore 19:45)
  • 05 agosto – Fiuminata (MC) | Piazza Vittoria [cambio data]

(calendario in aggiornamento)


Matteo Paggi, trombonista e compositore italiano, è considerato una delle nuove promesse del jazz italiano. Diplomato con lode, ha perfezionato la sua formazione tra Italia, Stati Uniti e Olanda, vincendo premi come il Top Jazz 2024 in tre categorie: “Nuovo Talento”, “Miglior Formazione” con il quintetto The Fearless Five di Enrico Rava e “Miglior Album”. Ha collaborato con artisti di rilievo internazionale come Joe Lovano, Yamandu Costa e Tony Coleman.

“GIRAFFE” è un album composto da otto tracce originali, che uniscono jazz contemporaneo, sperimentazione sonora, elementi pop e rock. Il disco si apre con “Ham and Sun”, un ricordo d’infanzia luminoso, e si chiude con “Slow My Skiing”, omaggio al metodo Slonimsky e alla libertà nell’improvvisazione. Tra i brani più significativi, “Cantiere”, ispirato all’arte di Fernand Léger, e “Gero”, che riflette su memorie individuali e collettive.

Il progetto Giraffe, nato ad Amsterdam, rappresenta una sintesi della ricerca artistica di Paggi: una musica capace di costruire e decostruire, tra evocazioni astratte, introspezione e libertà compositiva. Il disco è anche il manifesto sonoro di un quintetto che sfida i limiti tra scrittura e improvvisazione, offrendo all’ascoltatore un’esperienza profonda e immersiva.

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