
In arrivo il 9 giugno, Crass Records, in collaborazione con One Little Independent Records, pubblicano con nuova veste tre volumi dell’iconica collezione ‘Bullshit Detector’, la compilation originariamente in formato vinile realizzata dall’anarco-punk-band Crass e pubblicata con la propria etichetta. Tre volumi videro la luce tra il 1980 ed il 1984, tra demo tapes, registrazioni grezze ed amatoriali, con un sound basico, spesso povero se non addirittura scandente, senza alcuna produzione o successivo lavoro in studio, nessuna pretesa di una performance raffinata.
Dalle note di copertina del Volume 3 si legge: “Don’t expect music when the melody is anger, when the message sings defiance, three chords are frustration when the words are from the heart”.
Il titolo, ‘Bullshit Detector‘, prende spunto da un brano del primo album dei Clash, ‘Garageland‘, canzone rivisitata da Boffo, chitarrista dei Chumbawamba, nel secondo volume.
I Crass hanno creduto nel potere della comunità ed i volumi 1-2-3 di ‘Bullshit Detector’ hanno contribuito a diffondere la cultura punk, ispirando centinaia di persone a portare nelle loro camere da letto e garage la filosofia del fai-da-te. Queste raccolte hanno contribuito a restituire il punk alla gente.
“Ai tempi, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, quando i Crass solcavano le onde del punk dettando nuove regole, centinaia se non migliaia di individui e band hanno iniziato a fare a modo loro, stabilendo la nuova regola che non c’erano regole. Sempre attenti a ciò che succedeva, Crass hanno sentito parlare di questi ‘nuovi pretendenti’ e gli è piaciuto quello che hanno sentito. Inviando una chiamata alle armi, hanno iniziato a ricevere montagne di registrazioni dimostrando definitivamente – nonostante il mantra ‘Punk Is Dead’ dei Crass – che il punk era molto vivo” afferma Penny Rimbaud che, continua: “ho sempre pensato che ‘Bullshit Detector’ fosse l’affermazione più onesta mai fatta sulla vera natura del punk, affermazioni molto reali di come potrebbe e dovrebbe essere senza le pretese strangolanti del pop, a dimostrazione che un mondo migliore può esistere. Si, l’abbiamo fatto a modo nostro, e, in verità, è l’unico modo in cui PUO’ essere fatto. Brindiamo a ‘more bullshit‘”