2020, Playaudio, Strumentale
TRACKLIST

- Negra
- Passi da gigante
- Storia di habi
- The snake
- Valzer per nae
- Azzurra
- Fado
- Francesco
- Gary
- Golden Slumbers
- Il Regno
- India
- Joni
- Magnanima
Il caloroso ambiente creato tra polpastrelli e nylon
Ci sono giorni in cui un disco strumentale ti piove addosso dal cielo.
Sono quei giorni in cui ogni parola sarebbe di troppo e lo sa bene Peo Alfonsi, che col suo Nubivago, dà voce al nylon della sua chitarra classica per trasmettere le vibrazioni provocate dalle sue dita, ai miei timpani.
Sarà che sono di parte e che il primo strumento musicale (dopo il plastico flauto dolce della Honher) che mi è capitato tra le braccia è proprio una Eko classica da studio, comprata in lire, ma a me, il suono caldo e rilassante di quelle sei corde, me piace da impazzire!
Sono pochi gli ascolti più piacevoli di uno strumento che, seppur solitario, non lascia spazio ad alcuna incertezza e che riempie completamente i suoi spazi, e un po’ anche i miei.
Il volume è alto tanto quanto lo alzo per i dischi metal, l’intensità emozionale è identica, ma si insinua in me con modalità differenti, ovviamente.
Il rapido alternarsi delle dita del nostro chitarrista, smuove ogni equilibrio e stato di apparente serenità.
Mi piacciono questi dischi, perché sono rari.
Siamo nel periodo storico in cui la voce più grossa, vince. Non oggi però.
Oggi la voce grossa non la fa nessuno, perché per poter usufruire appieno delle creature di Peo Alfonsi, bisogna tacere. Sconnettere ogni connessione neuronale che vada in direzione della bocca, per focalizzarsi su quelle della ricezione, dell’ascolto.
Nel caos moderno e costante è bene che escano dischi simili, che aiutano a riportarci a una sintonia più naturale verso l’essenza delle cose, verso l’autenticità non artefatta del suono di una chitarra in braccio al suo chitarrista.
