Aprile 2020, HELLBONES RECORDS e TOTEN SCHWAN RECORDS, industrial/noise/drone

TRACKLIST
- Astral void in the black cave (Wear and tear)
- Ancient abyss (Wear and tear)
- Omen (Wear and tear)
- Centrobuio (Petrolio & Yuko Araki)
- Protest 2904 (Petrolio & Yuko Araki)
- Asfalto 194 (Petrolio & Yuko Araki)
- Strappi (Petrolio & Yuko Araki)
Esplosione di chimica musicale, pronto a meditare?
Una cover in bianco e nero, un po’ come il mondo là fuori.
Un’immagine sdoppiata, poco chiara, un po’ come dentro di noi.
Si chiama Omen/30032019 ed è uno split contenente 7 tracce acide e sintetiche: da laboratorio.
Ce li vedo Wear and tear e Petrolio & Yuko Araki, dentro a tute, camici e mascherine, circondati da strani aggeggi e lucette, provette e alambicchi, tra i fumi emanati dalle reazioni tra generatori sonori, intenti a creare questi brani.
Vuoi provare un nuovo tipo di meditazione? Altroché campane tibetane e bagni di gong, segui le istruzioni:
- Indossa le cuffie
- infila il jack nell’uscita audio
- apri la gestione del volume: vietato sotto l’80, preferibile 100
- mettiti in posizione comoda e decorosa
- premi play
Ti piacciono le esperienze introspettive indotte? Chiudi gli occhi e lasciati trasportare dalle atmosfere, più ambientali e naturalistiche quasi, delle prime tre tracce, per poi teletrasportarti in un ambiente più industriale, dove ti pare di essere caduto in un capannone siderurgico, tra martellate, frese e lamiere che sbattono.
Sei ancora lì? Seduto sulla sedia, o stai viaggiando in preda ad ansia ed isteria che però, in fondo ti cullano in questo tessuto sonoro fatto di chissà quante frequenze pronte a saturarti cervello, anima e corpo?
A questo disco dovrebbero allegare un bugiardino con indicate le dosi di somministrazione e gli eventuali effetti collaterali.
Matrix ti sembrava visionario?
Credevi che la pillola NZT-48 ti aprisse gli occhi? Prova questo disco, dove il tempo è quasi sempre scandito dalle vibrazioni che si allineano tra suoni e corpo umano.
Synth che grattugiano la corteccia cerebrale, mentre accenni di sitar vanno a stuzzicare un posto indecifrato tra i due emisferi.
Omen/30032019 è un disco bipolare, angosciante e rassicurante allo stesso tempo. Ti fa preoccupare, ma senti di dover andare avanti, è un tentatore. Non c’è mezza parola, eppure senti che ti parla. È un album chimico; è il sodalizio tra due teste che sanciscono un modo di praticare la vita, nell’angoscia (e quest’angoscia ci piace).
Niente voti o pareri tecnici. Sei nel posto sbagliato se li cerchi.
Posso solo darti un consiglio: ti sto mettendo davanti ad un’occasione che è quella di andare a testare quest’esperienza lisergico-musicale.
I terreni della mente umana sono vastissimi, e ogni modulo sonoro contenuto qui dentro, sta cercando di esplorarli uno ad uno, accomodati.
Ah, dimenticavo: la copertina del disco non è sfocata, lo svarione è già dentro di te, inizi ad amalgamarti al suono non appena entri in contatto con questa realtà…o illusione?

Ps. Sei ancora in posizione comoda e decorosa, o ti sei sciolto nella stanza come un acido fuoriuscito dal laboratorio di Omen/30032019?
